Titolo Proprio: Profeta in un bosco
Autore: Ignoto
Identificativo: 12 et 13 [1] 2.17
Collocazione: c. 82 r.
Classificazione: Bibbia, Teologia, Religioni
IconClass: 11I14
Datazione Certa: 1587
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 10,5 x 17
Tag: Profeta, , ,

Descrizione:

La xilografia si ripete all’interno del II tomo del Flos Sactorum sette volte, in capitoli che trattano argomenti e personaggi differenti.
La prima volta si trova a c. 82 all’inizio del XXII capitolo, dedicato interamente alla devozione della Vergine, che l’autore affronta a partire da coloro che ebbero modo di conoscerla personalmente. Scrive di Santa Elisabetta, del figlio, il Battista, non ancora nato che però riconosce la voce e si agita nel grembo della madre, dei discepoli, degli evangelisti che la affiancarono per tutto il corso della sua vita, di San Luca che le dedicò un ritratto, oggi conservato all’interno di Santa Maria Maggiore e che fu esempio per tutti gli artisti successivi. Continua il Villegas citando santi e dottori della Chiesa che onorarono la Vergine con la loro devozione. Il capitolo risulta essere, nel contesto della partizione dell’opera, una sorta di introduzione prima dell’elencazione e descrizione delle Chiese spagnole e non solo, intitolate alla Madre di Dio. In questo caso - unico in cui l’immagine è usata come ornamento di una sezione dedicata al Nuovo Testamento – la stessa risulta decorativa e non illustrativa.
Iconograficamente non presenta attributi che aiutino a interpretarla, ma appare plausibile che possa riferirsi a un profeta in un bosco. La xilografia non è firmata e l’esecuzione risulta goffa e carente nella resa se confrontata con quelle autografe di Pedro Angel. La rappresentazione è semplice ed essenziale: c’è il tentativo di renderla il più anonima possibile al fine di poterla utilizzare in punti diversi del testo. La scena si svolge in un contesto naturale del tutto immersivo: il profeta, in primo piano al centro, rappresentato di profilo, tiene un bastone con la mano destra. Indossa un copri capo e una lunga veste che si confonde con il fogliame circostante. Il volto è caratterizzato da una lunga barba e un naso aquilino. Il bosco, probabilmente una pineta, sembra essere indiscusso protagonista della scena, ricoprendo i due terzi dell’immagine, lasciando solamente la parte sinistra libera: in questa compare un ambiente inospitale e roccioso, forse utile all’artista per cercare di dare profondità prospettica all’immagine che altrimenti sarebbe risultata schiacciata e di difficile lettura. Con la resa delle chiome degli alberi, i ciuffi d’erba e gli arbusti l’autore cerca di dare dinamismo all’immagine, ma con scarso esito. Probabile che l’esecutore fosse un allievo di Angel in quanto in tutte le sue xilografie è concessa grande attenzione alla resa del contesto scenico, soprattutto per quanto riguarda la profondità, ottenuta mediante la prospettiva e la resa dei fenomeni atmosferici, primo dei quali il vento.


Bibliografia:

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